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L’altra

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Edward Hopper, Chop suey, 1929

Edward Hopper, Chop suey, 1929

Le due donne sono identiche come gocce d’acqua. Potresti dirle gemelle, uguali perfino nel vestire e nel portare il cappello, ma se chi guardasse ora oltre la vetrata del bar, vedrebbe una sola donna, chiusa in un paltò, lo sguardo perso nel proprio tè.

Edward Hopper, Automat, 1927

Edward Hopper, Automat, 1927

Eppure le due donne parlano fitto, i gesti contenuti e il corpo a riflettersi l’una nell’altra, in un dialogo senza soprassalti.

“L’avresti mai creduto che potesse finire così, con una buonanotte senza domani? Una buonanotte per tutte le sere che verranno a gelarci le braccia. Un domani senza A, vuoto come il palmo della mano.”

Hai tirato troppo la corda.

“Vorrei che lui fosse qualcuno da cui non ci si può separare. Un padre, una madre, una sorella, un fratello, un amico, qualcuno con cui ci si possa riunire nonostante gli errori e le distanze.”

Stronzate. Tu non vuoi né un padre, né una madre, tu vuoi esattamente ciò che lui era, il tuo amante. Insieme vi siete affacciati sull’orlo del’abisso, ed era così profondo, vi siete aperti come libri che ogni volta che vengono chiusi si dimenticano per il piacere di ricominciarli. Ma tu sei diventata esattamente ciò che avevi tanta paura di essere: una donnicciola persa nella sua voglia di romanzo. Hai superficializzato proprio quando hai cominciato a pretendere profondità.

“Mi ha umiliato, m’ha tolto perfino il sacrosanto diritto di essere quella che chiude la porta.”

L’ha fatto per toglierti da tuo imbarazzante tentennamento. Ti ha messo dolcemente la mano dietro al cuore e ti ha sospinto verso l’uscita. Ma tu sei troppo chiusa nei tuoi tornaconti, per capirlo. L’hai costretto a sfilarsi, con la tua inutile e assurda pretesa.

“Provo per lui qualcosa che posso chiamare solo amore. Non si sceglie chi si ama, accade.”

Tu non lo ami, non nel modo in cui te ne sei convinta e gli hai lasciato intendere. Tu tieni a lui esattamente nel modo in cui lui tiene a te, con leggerezza, con grazia, con dedizione, consapevoli e dimentichi dei vostri limiti.

“Erano troppi, i limiti. Appena mi azzardavo ad accennare a quello che premeva per essere espresso, dimostrato, lui mi opponeva un rifiuto solido, compatto, un muro oltre il quale diventava inarrivabile”

Gli hai appiccicato addosso il tuo bisogno biadesivo e l’hai torturato senza vedere quante volte ti ha accolto, ha perdonato le tue esasperazioni. Non hai avuto alcuna pietà. Gli ha dato un taglio e chi può dargli torto

“Oh, tu stai sempre dalla sua parte! E’ per colpa tua se adesso stiamo in questo casino. E non dirmi che lui ha soddisfatto i propri bisogni, non dirmi che non gli sono servita.

Lui è uno con i piedi per terra e la testa fra le nuvole e tu questo l’hai sempre saputo, è una delle cose di lui che ti è piaciuta di più, la tua maledetta poetica dei contrasti, la cosa che di te gli piaceva di più. L’hai messo tanto a lungo in pericolo che alla fine l’hai perso.

“Non posso perderlo perché non l’ho mai avuto”

Tu hai perduto eccome e l’hai avuto, è stato tuo. Hai perso ciò che era vero, concreto, portatore di benessere. L’ hai perso per immaturità, per egoismo e per la paura di qualcosa che era differente, che non potevi catalogare nel tuo archivio idiota di sentimenti preconfezionati, l’amore con l’amore si paga e tutte le stronzate con cui ti impedisci di essere felice.

La donna sospira, non si guarda intorno, sa che le si sta vedendo l’altra e non ha difese.

“Lui non tornerà indietro, non mi darà un’altra possibilità”

E’ così, lui non tornerà indietro.

era su”Da un quadro di Hopper” mi-metto-in-gioco (scritturafresca), novembre 2011

10 thoughts on “L’altra

  1. Dialogo intimo con se stessa, tra le due se stesse che si contrappongono.
    E’ un’ incisione più che profonda che scava, che non può non essere portata fino al limite più doloroso e senza più possibilità di finzioni.
    “sa che le si sta vedendo l’altra e non ha difese.”

    Riesci a creare vera e viva emozione, con la tua scrittura scorrevole che si apre ad immagini poetiche.
    Dialoghi costruiti ad arte.
    I miei complimenti.

    Giusto il titolo!
    Una meraviglia i quadri di Edward Hopper che hai scelto.

    Grazie!
    Ti sorrido
    gb

    Tornerò da te e troverò altri aspetti del tutto!
    Spero questo ti possa far piacere!:-)

  2. grazie gb, la tua lettura è precisa.

  3. grazie del passaggio gb, la tua lettura è precisa.

  4. guardo i due quadri che proponi uno successivo all’altro e trovo la chiave di lettura, della mia lettura. è come mi dicessi, in realtà la donna è sola, l’altra non c’è, o, meglio, l’alta è dentro di sè, è una parte di sè, chiamala coscienza, razionalità. analisi contrapposta ad emozione.
    brano malinconico, come la pittura di hopper,
    piaciuto
    ml

  5. è bello guardare il passato con la possibilità di un nuovo presente, sai?
    🙂

  6. bel racconto, jihan, anch’io davanti a primo dei due quadri avevo avuto la stessa suggestione due aspetti di una stessa persona in dialogo tra loro, ma tu sei stata bravissima a tradurre tutto in parole.

  7. questa volta la tua scrittura evocatrice di immagini funziona al contrario: immagini non tue evocano una storia! non vorrei essere fan…atica, ma sei sempre grande!

    • ti ringrazio per aver messo l’accento su questo aspetto. E’ un pezzo scritto “a tema” e il tema era appunto “da un quadro di Hopper”.
      tu sei fan-tastica

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